Le macine in pietra hanno una lunga storia che affonda le radici nelle antiche civiltà del Mediterraneo, in particolare tra i Greci e i Romani, i quali furono tra i primi a perfezionare il frantoio a pietra per la produzione dell’olio d’oliva. Queste macine erano un elemento fondamentale nel processo di estrazione dell'olio, e la loro forma e funzione sono rimaste sorprendentemente invariate per secoli.
Nel frantoio tradizionale, le macine in pietra venivano usate per frantumare le olive, rompendo le cellule dei frutti per liberare la preziosa miscela di olio, acqua e polpa. Il meccanismo di base era piuttosto semplice: la macina era composta da due grandi pietre. La pietra inferiore, chiamata "pietra madre" o "macina", restava fissa, mentre la pietra superiore, chiamata "rotella" o "ruota", ruotava sopra di essa.
In passato, la forza umana o animale, come buoi o muli, veniva utilizzata per far girare la rotella, spingendola a schiacciare le olive disposte sulla pietra madre. Con il tempo, il processo venne migliorato con l’introduzione di meccanismi più sofisticati, come ruote dentate e argani, ma il principio rimase lo stesso: la pressione lenta e costante della pietra permetteva di estrarre olio di altissima qualità, senza surriscaldare la polpa e preservando al meglio le proprietà organolettiche dell’olio.
Le macine per frantoio tradizionalmente erano fatte di pietra naturale, con materiali specifici scelti per la loro durezza e resistenza all’usura. Tra i materiali più utilizzati c'era il granito, noto per la sua durabilità e capacità di mantenere una superficie abrasiva nel tempo. Altre pietre usate includevano il basalto e la pietra calcarea, particolarmente diffuse nelle zone del Mediterraneo.
Le pietre dovevano essere periodicamente levigate e ritoccate per mantenere la loro efficacia e assicurarsi che non si creassero contaminazioni o difetti nel processo di frangitura. La manutenzione delle macine era un’operazione delicata, spesso affidata a esperti artigiani.
Le dimensioni delle macine potevano variare a seconda della capacità produttiva del frantoio. In genere, le macine erano piuttosto imponenti: la "pietra madre" aveva un diametro che poteva variare dai 1,5 ai 2 metri, mentre la "rotella" aveva uno spessore compreso tra i 30 e i 50 cm e un diametro di circa 1,5 metri. Queste dimensioni erano necessarie per garantire una pressione adeguata e una superficie sufficiente per lavorare grandi quantità di olive.